Modalità di deduzione del difetto di congruità del giudizio espresso dalla commissione tributaria, in tema di motivazione dell’avviso di accertamento

Ricorso per Cassazione

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Modalità di deduzione del difetto di congruità del giudizio espresso dalla commissione tributaria, in tema di motivazione dell’avviso di accertamento
Tale censura deve essere veicolata come violazione dell’art. 132 c.p.c., comma 2, n. 4, c.p.c., in relazione all’art. 360, n. 4, c.p.c., ponendo particolare attenzione a che il mezzo di ricorso sia …autosufficiente.
Così, ad esempio, si supponga che il difensore intenda dedurre che il giudice di merito abbia erroneamente opinato fosse stato dedotto, dall’ufficio erariale accertatore, l’indeducibilità, per difetto d’inerenza, dei costi recuperati a tassazione: egli dovrà allora peritarsi di riportare testualmente, nel ricorso, i “contenuti” dell’atto impositivo, reputati erroneamente interpretati o pretermessi dal giudice di secondo grado.
Tale letterale trascrizione, infatti, ponendo la Corte di cassazione in condizione di giudicare sulla congruità della valutazione del giudice a quo, tramite la mera lettura del ricorso (senza cioè …affanni extratestuali), eviterà una declaratoria di inammissibilità dello strumento di ricorso, per violazione del principio di autosufficienza, sancito dall’art. 366 cod. proc. civ.
Si consideri, inoltre, come l’osservanza dell’autosufficienza sia, nella specie, vieppiù cogente, in quanto l’avviso di accertamento non è un atto processuale, bensì amministrativo, la cui legittimità deve essere necessariamente integrata dalla motivazione dei presupposti di fatto e dalle ragioni giuridiche ad esso sottese (cfr., ex permultis, Cass. n. 9536 del 2013).
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